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La coerenza è elegante.

 

La coerenza è elegante.

In dialogo

fra “opere” di visionari ed eterotopie. 

(di Giada Pieri)

 

 

 

Bastano queste 4 parole per riassumere l’inizio del corso di perfezionamento per responsabile di progetti culturali della Fondazione Fitzcarraldo: coerenza fra gli argomenti proposti, professionalità dei docenti, varietà di profili fra il gruppo di “CRPCini” selezionato e le aspettative.

La prima “sferzata” di energia ci  arriva subito dal “punkabbestia dell’Opera”, Francesco Micheli, regista e direttore artistico della Fondazione Donizetti di Bergamo, invitato per l’Opening Lecture del nostro corso.

Se per lui (ed Elio) “l’opera è polvere da sparo”, per noi, le sue parole da visionario culturale, sono...esplosive!

Suoi sono gli spunti su come affrontare le sfide dell’organizzazione e della produzione con qualità artistica. Evidenzia, attraverso il suo romanzo di formazione, come sia importante, come punto di partenza, riflettere su temi centrali che coinvolgono la quotidianità e come sia importante creare ponti fra mondi diversi.

E poi arriva la parola chiave: “visionari”. Chi sono? Quelli che fanno uso di cultura per cambiare luoghi e spazi, trasformando i territori. Utopicamente noi.

La parola visionario ricorrerà spesso durante il primo modulo di formazione sugli scenari e cultural planning, perchè alla base di tutto c’è il bisogno di imparare a ragionare in maniera diversa, riconoscendo le cose di valore, accompagnati dalla “fotografia” come metafora dell’analisi, con la cultura come enzima per lo sviluppo creativo ed economico di una data società, una cultura catalizzatrice di identità in cantiere, multiple ed in conflitto.

Luca Dal Pozzolo definisce la cultura come valore prioritario della società locale, diventando attrattiva per gli altri: è il territorio che ha la capacità di produrre senso. perchè bisogna costruire valori di riferimento affinchè diventino preziosa attrazione.

In ogni frase emergono suggerimenti, consigli e proposte per approfondire le strategie e cautele per la valorizzazione dei territori, nell’ottica di posizionarsi in mezzo alle contraddizioni e produrre senso.

Tornare studente è davvero “un’opera”: il corso è per professionisti da professionisti del settore, faticoso ma essenziale per essere attori di questo mondo e per sapere che parte recitare fra scenari e cultural planning. 

Così Ugo Bacchella ci palesa quelli del management culturale, sottolineando quanto sia importante la capacità di visione, di andare oltre, di avere l’attitudine a ragionare in termini di scenario, di stare dentro ai problemi, di non dare per scontato degli elementi e di avere un rapporto virtuoso coi contesti in cui si lavora.

“Quando l’uomo indica la luna col dito, lo sciocco guarda il dito.”

Ed un responsabile per progetti culturali...lo sposta! Lo fa per guardare al di là del cortile, saper cogliere i segnali, interpretare i cambiamenti per arrivare a grandi dilemmi.

Per dissolverne alcuni abbiamo affrontato l’evoluzione delle politiche territoriali con Franco Bianchini, per capire le politiche culturali odierne, ponendo anche modelli europei a confronto.

Ci sono parole chiave nel cultural planning e nel marketing territoriale e frasi che aprono  scenari di pensiero :

  • orientare politiche territoriali verso l’esperimento e l’innovazione;
  • essere critici, vedere i conflitti e le contraddizioni come risorse creative;
  • vedere le risorse locali con la visione d’interesse globale.

Con questo trittico di sapienza si apre la nostra esercitazione: un approccio alla progettazione territoriale che ci permette di confrontarci, di riassumere gli spunti dati, ma soprattutto di cominciare a ragionare in un’ottica diversa, che deve prendere in considerazione tanti aspetti che vanno di pari passo e che purtroppo scopriamo non ancora nazionalmente attuati.

Alla fine di questo primo modulo ci chiediamo: cantori d’opera o cantori in...opera?

Non pretendiamo di essere nessun Fiordiligi, Dorabella, Ferrando o Despina, mase “Così fan tutte”, il 24 Gennaio, noi abbiamo cominciato ad essere “La scuola degli amanti”...ma di cultura!