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Rigenerare le aree rurali? Con la cultura si può!

Cosa accade quando si sceglie la cultura per lo sviluppo delle aree interne? Questa è una delle tante domande che ci ha portato a costruire il panel di Matera, insieme ad AttivAree di Fondazione Cariplo e Basilicata Creativa: La cultura come risorsa per la rigenerazione delle aree interne e rurali.

Pensare di avere tutte le risposte è da folli. Noi infatti non lo abbiamo mai pensato. Ma col tempo ci siamo accorti che avere tanti interrogativi non è poi così male.

Cosa accade quando si sceglie la cultura per lo sviluppo delle aree interne? Questa è una delle tante domande che ci ha portato a costruire il panel di Matera, insieme ad AttivAree di Fondazione Cariplo e Basilicata Creativa: La cultura come risorsa per la rigenerazione delle aree interne e rurali.

L’edizione 2019 di ArtLab nella sua tappa di Matera ha scelto di occuparsi di quelle porzioni di territori marginali che soffrono di un costante impoverimento di capitale umano a causa del contrarsi delle opportunità lavorative e di una difficile logistica unite alla limitatezza di occasioni di confronto con l’esterno. Banale da ricordare come a tutto ciò corrisponda una ricchezza di patrimonio culturale materiale e immateriale da cui non possiamo prescindere nel ripensare a nuove occasioni di sviluppo economico e sociale.

Raccogliere attorno a un tavolo enti pubblici, fondazioni che si occupano di programmi di rigenerazione e operatori territoriali è stato un grande esperimento. Ben riuscito. Tutti certamente saranno andati via con qualche ipotesi di risposta ai propri dubbi, ma con nuove domande che altro non sono se non piccoli germogli di progetti futuri.

"In puro stile Artlab – ha aperto i lavori Ugo Bacchella, presidente della Fondazione Fitzcarraldo -   attori pubblici e fondazioni promotori di programmi di interventi si sono confrontati con operatori territoriali in forma di laboratorio, allo scopo di individuare le criticità e le relative soluzioni possibili nei processi di sviluppo territoriale a base culturale nelle aree interne e rurali".

L’incontro nasce dalla necessità di costruire reti di collaborazione e condivisione, per creare linguaggi e una cultura comune tra attori pubblici e privati, decisori politici, fondazioni e progettisti culturali che operano nei territori e con le comunità di riferimento.

 “Giornate come questa rappresentano opportunità di conoscere organizzazioni che da molto tempo lavorano su temi sfidanti per le comunità – Anna Maria Candela, Coordinatore Generale presso Fondazione Banco di Napoli. I processi di rigenerazione sono complessi e molto cambiati negli ultimi anni, la comunità non è più il soggetto su cui si lavora ma diventa protagonista dei processi di rigenerazione in aree interne e periferiche che hanno grande necessità di ritarare la propria visione di crescita e sviluppo”.

 

Daniela Castagno, Responsabile Partenariati istituzionali di Fondazione con il Sud, ha sottolineato l’importanza di una maggiore attenzione sugli impatti che gli interventi hanno sulle nuove comunità. “Quale che sia la proposta è necessario far sì che si innesti davvero sulle esigenze specifiche dei territori. Le operazioni che portiamo avanti passano anche attraverso la rigenerazione di beni di proprietà pubblica e privata che devono essere recuperati e essere messi a disposizione della collettività. Un tema cruciale è quello dell’accompagnamento delle organizzazioni con l’obiettivo di attivare comunità di pratiche”.

Elena Jachia, Direttore Area Ambiente Fondazione Cariplo, ha illustrato il programma intersettoriale AttivAree di cui è responsabile, strutturato in tre fasi: raccolta delle idee in fieri da parte dei territori, accompagnamento allo sviluppo delle proposte e implementazione dei progetti. Uno degli aspetti fondamentali riguarda il racconto dei territori attraverso l’invenzione di nuovi format che facciano percepire la bellezza e il valore dei luoghi, con l’obiettivo ultimo di riequilibrare la crescita tra grandi centri urbani e realtà periferiche

“Nel caso dell’Oltre Oltrepo’(Bio)diverso l’elemento culturale è un driver importante, ma va inteso in senso ampio attraverso la valorizzazione di piccole strutture, interventi su sistema formativo e di educazione alla biodiversità grazie alla Scuola di narrazione territoriale che lavora sui temi del racconto delle culture locali considerate marginali”.

 

La testimonianza di Angela Mameli, vicepresidente della Fondazione di Sardegna, apre una finestra su un contesto particolarmente difficile che vive da decenni un crescente depauperamento di capitale umano. Si tratta dell’unica fondazione bancaria presente nell’intero territorio che necessariamente ha grande responsabilità rispetto alle scelte di sostegno.

“Da qualche anno abbiamo strutturato gli interventi in maniera mirata – racconta la Mameli - abbandonando la politica più legata al mecenatismo culturale, per questo abbiamo sostenuto il percorso fatto da Nuoro nel percorso di candidatura a Capitale Italiana della Cultura. Siamo convinti si debba lavorare sul sapere, per interpretare la cultura come accrescimento della consapevolezza rispetto al proprio patrimonio e per sviluppare il pensiero critico”. 

Paolo Scaramuccia, responsabile nazionale progetto Cooperative di Comunità di Legacoop, ha raccontato l’esperienza delle cooperative di comunità che nascono dall’iniziativa dei cittadini che si attivano nella promozione di processi di sviluppo locale per rivitalizzazione dei territori e i beni comuni.

I temi emersi su cui lavorare attraverso le Strategia nazionale aree interne per la programmazione 2021-2027 riguardano cultura, natura e turismo. Il grande tema rimane quello dell’intercettazione della società civile: come accompagnare le amministrazioni e raggiungere le comunità?

“Una delle questioni che abbiamo imparato – Oriana Cuccu, Nucleo di Valutazione (NuVAP), Dipartimento per le politiche di Coesione, Presidenza Consiglio dei Ministri - è che i bandi generalisti non siano il modo migliore per intercettare le proposte più valide. A volte non è scontata la capacità di reagire al bando o interpretarlo correttamente. E’ importante che bandi e programmi siano in grado di interpretare la strategia macro e le condizioni di contesto. Inoltre un grande tema da affrontare è quello della sostenibilità: identificare strumenti che consentano di prevedere almeno i costi di gestione, questione centrale si per le piccole che per grandi realtà”. 

Francesco Monaco, Responsabile Area Mezzogiorno e Politiche per la coesione territoriale dell’ANCI, ha parlato dei temi cruciali che riguardano le opportunità di lavorare in forma associata, la definizione di un sistema territoriale e di strategie di collaborazione adottabili e le difficoltà di attivazione della partecipazione dei cittadini nelle aree critiche''.

Dopo il racconto di diverse esperienze che stanno lavorando per intercettare le necessità e i bisogni delle aree interne, spazio ai laboratori per un confronto coraggioso, diretto e senza reticenze tra attori pubblici e privati e progettisti che operano nel territorio passando, anche se non in maniera diretta, attraverso la cultura.

Quali sono le criticità? Come attivare un dialogo proficuo per comprendere necessità reciproche?

Quanto incide il valore del tempo nelle azioni di sviluppo? Quanto è cruciale il problema del trasferimento delle competenze e quanto quello della fragilità del privato? Esiste un problema di disabitudine alla partecipazione?

Tre tavoli di lavoro su partenariati pubblico privati, community building vs sostenibilità economica e il tema della cooperazione e fiducia tra gli interlocutori nei processi culturali.

Diverse le problematiche emerse: dall’analisi della gestione degli imprevisti sia interni che esterni alle metodologia delle pratiche, ma anche possibili risposte ai problemi come la reinterpretazione del non previsto per ipotizzare nuovi scenari.

Rispetto alla reciprocità tra gli attori coinvolti è necessario accrescere la fiducia e la cooperazione per dar vita a sistemi di rete autentici che portino alla realizzazione di obiettivi condivisi.

Il tema della sostenibilità è ancora centrale nel dibattito? Esistono degli studi in merito dei progetti culturali? Scenari molto differenti si sono confrontati e hanno rappresentato realtà molto diverse. La maggior parte economicamente non sostenibili, altre che stanno cercando formule alternative di fundraising.